Lacrime artificiali
fioccano giu’
a collineare le labbra
sfocate di rossetto
mentre nero il rimmel
t’allunga il viso
acerbo e svampito,
così il buio ti macchia
denso gli zigomi,
sulfurei e sapidi,
mentre assorta
osservi un cometa
graffiare silenziosamente
il volto screziato di latte
di questa nuova
luna piena.
e per un istante,
appare pallido l’ovale sublime,
spiovente taglia le ombre senza ragioni
di questa polverosa stanza,
avaro lo sguardo lilla mi sorprende,
e mi sorprendono i capogiri,
i miei sospiri,
i balzi costretti
di mille e più cavalli
impietosi
sul dorso del mio petto.
E m’accorgo che
non ho armi per sedurti, mentre sicura
volteggi sui tuoi cieli
di confettura,
cadendo poi in picchiata su
infallibili ricordi che non m’appartengono.
Si, non ho armi per sedurti,
solo questa spada nuda
d’incanti e parole, forse,
questo scettro senza forma
e colore,
che ostenta sgorbi accennati
e malinconiche viole,
forse solo la luce ingiallita
di questi miei soli,
che declino lento sui tuoi sogni
vanigliati e golosi,
con cui insicuro
incenso la vita
profumandola
di colori amati
Forse, questa lama senza peso
zittirà la strada che conosci
ponendo una lunga linea silenziosa
d’argento rovente
tra la delicata increspatura rosa
delle labbra tue di pesco,
là dove il cielo s’unisce
con la terra disegnando
un elegante gabbiano
di spine e carne
che mozza il fiato.