Oltre la dimensione del tempo,
ove si spalanca, ignota,
la via languida dell'imperscrutabile
oltre il buio,
oltre il tuono,
oltre il silenzio
solo il lampo incessante
scolpisce il suo volto.
Oltre la ragione,
oltre la barriera del corpo,
oltre l'ultimo degli sguardi estremi
il tetro signore della mia follia
tende le braccia
e sfida il mio corpo
con gelide dita.
Oltre il furore,
oltre la furia cieca,
oltre la placida rassegnazione,
più in alto
del più alto seggio
egli mi guarda
e mi giudica.
Dal magma rovente
Di cupi abissi
Fugge il suo alito,
da specchi giganteschi
fuggono i suoi occhi,
nel sole sordo e brutale
si fortifica il suo ventre,
nel mare cupo ed inquieto
è il suo calcagno
nel mio corpo stremato
è il suo viso,
nei miei righi
la sua insana ragione,
nei miei occhi
la sua immensa tristezza.
Oltre l'ultima delle porte nere,
oltre il palpito più recondito
dell'universo,
oltre la rabbia,
oltre l'ultima sfida
c'è il mio destino.
Oltre l'estrema frontiera
Mi presenterò a lui
Dividendo la sua follia
E allora, soltanto allora,
mi siederò al suo fianco
e sarà la tempesta