volano in fretta, stridenti i Gabbiani mentre aprono le braccia
un orchidea!
dolce alveare che cammina sul suo fiore, limpido fiume inviolato.
Nutrito dalla tua essenza.
Un perdono s'espande tossico dall'elemosina che vive di te, libera da ogni incubo ereditato dall'anima.
Solo un attimo sconosciuto alla pioggia ristora il peccato
cuore trafitto da ogni pensiero, angoscia che nel miele s'annega.
Paralizzato dall'affetto servo che dalle tue labbra germoglia appagato.
Squilibrato desiderio che nel ventre spirale di spine s'aggrovigliano come tormenti maligni digeriti da fauci deformi urlanti nell'ombra che tutto avvolge.