Io sì che saprei come scrivere,
gli struggenti versi che dentro m'ardono.
Scriverei lemmi indelebili, sulla tua pelle
nuda e perfetta, con l'ardore d'una passione
che nessun poeta mai descrisse.
Eh! Si che cercheresti il tuo quaderno
e appunteresti particolari e date,
e tutto ti sembrerebbe bello e archiviato,
mentre io voglio renderti pagina scritta,
foglio parlante, Musa immortale,
e udire la tua voce carezzevole
declamare "Il più bello dei mari è
quello che non navigammo"
mentre sale dentro la tempesta
che non sai più controllare
e vuoi fuggire e ripararti
dietro un muro di silenzio.
Lascerò il mio segno, non amore mio,
sulla tua pelle e nella tua carne
e tu t'illuderai di essere come prima,
come se tu non m'avessi incontrato,
come se io non avessi parlato,
mentre sai benissimo chi sono,
dolcissimo amore mio.