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Nato in Italia
Sono nato e cresciuto in Italia
l'Italietta nostra di sempre
stivale da calcio in culo e camminare
col sudore rappreso e un fazzoletto al collo
mille volte delusi noi mai fuggiti
eterni viaggiatori di idee incomprese
da giustizieri al potere a schiacciar
l'idea sinistra, che da sempre spaventa.
Girata in lungo e largo da truppe dispotiche
torme teutoniche e lavorata bene
da chiunque la passasse col cappello in mano
a domandare mendico o sudando
e nell'altra il solito manganello a rispondere.
Perseguitata sempre da correnti a caso
da politici tecnici dell'ultim'ora,
proseliti garantisti, demagoghi del nulla.
Ieri col coraggio di Dio e spinto dalla giornata
di desertica canicola e sole, camminavo
nel calore estivo di questo millenovecentoventicinque
Occhiali da sole lui, sul lungomare e camionette
a sputar improperi d'urli e cori.
Canottiera di bimbo col gelato in mano
che stringe l'altra al padre voltato da parte.
Sguardo irriverente il mio che guardo il mare
nell'assolato odore d'acre salsedine mista ai tempi
con l'ultimo sorso di granita appesa al labbro
e un inno inutile nell'aria una specie di alalà.
Un sorriso appena accennato il suo
dell'indisponente in camicia nera
e un torbido potere mi puntava contro
(dietro al bimbo del gelato)
e chiodava gli anfibi al passo.
Le palme urlavano Tripolitania bell'abissina
con le fronde verso il porto come bandiere.
E ora il padre prende in braccio il bimbo
gelato e tutto e allunga lesto il passo
sull'italico lastricato d'intenzioni perdute
sempre eternamente represse.
Evaporato il ghiaccio tra le mie labbra
dal quale non volevo disfarmi.
Fermo un istante il tempo e raccolgo il che fare...
Dalla camionetta un cassone di insulti
al comunista, all'anarchico, al brigante
del chi se ne frega, che il Duce Benito è solo lui
e via così... cantilena nuova già stantia ormai.
Gli mancavano pochi passi al manganello
che il grigio mi è vicino che gli giro un pugno al viso
e cade mentre gl'altri rotolano già dall'inutil carretto
e mi sono addosso e giù calci e pugni e svengo...
Tanto mi picchiano che mi sveglio sotto casa
piena di auto... un'esagerazione d'auto, piene di colori
col vestito nuovo proprio di ieri, perfetto e pulito
con la mia cravatta della domenica
e una signora che domanda se sto bene. Io che dico si,
e mi allontano che sto benissimo solo un po' spaesato
Leggo la locandina e la data di ieri,
mezzo Dicembre duemilanove,
eppure non sono invecchiato, pure pettinato
che mi guardo allo specchio della vetrina
e mi vedo. E sul giornale che non conosco
leggo il primo ministro contro il presidente
e c'è una foto a tutta pagina
una camicia nera tutta d'azzurro perfettamente intonata
un sorriso il suo dell'indisponente
in un torbido potere che sfugge.
Verso di me, un padre in occhiali da sole
e un bimbo per mano, nato e cresciuto in Italia.
Un'Italietta la nostra di sempre, a cui spesso
basta solo un gelato...
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1 recensioni:
Anonimo il 20/03/2010 18:52
L'ho riretta e ancora di più apprezzata. Ciao.
Anonimo il 03/02/2010 05:37
Non sono un critico (non me ne intendo per nulla) ma posso dirti che mi é piaciutissima.
- mi ha riportato in mente il film... Una giornata particolare...
Buona domenica... Fabio...
- ... E ora il padre prende in braccio il bimbo
gelato...
... mancano pochi passi... per veder spuntar un manganello... travestito dal gelato... al pistacchio...
Piaciuta tantissimo... Fabio..
- Bella.. ma per me.. un po' difficile..
comunque.. molto bravo...
- Presenti uno spaccato di storia, mostrando di possedere buone competenze e cognizioni. Bravo!
Ignazio
- hai ragione a non fartela piacere... e i miei accostamenti non sono dedicati al passato ma a cio' che oggi c'e' simile a quello... pero' hai fatto bene ad alzare la mano, almeno so chi scendera' dalla prossima camionetta... ehehehe ciao. fulvio. magari pure concittadino visto che parodi e' un nome tipicamente genovese... ciao e grazie per aver partecipato. fm
Anonimo il 30/01/2010 19:41
Hai scritto una poesia retorica, non sono d'accordo con il paragone e non trovo appropriati gli accostamenti;
Trasmetti rabbia e desiderio di vendetta per qualcosa che non hai vissuto se non dai racconti delle persone che, avendovi partecipato, poi rimossero.
Mi spiace ma non mi è piaciuta.
Anonimo il 30/01/2010 18:43
Perchè hai dato una riletta alla seconda guerra mondiale, pensi di essere Dante Alighieri? Io ho studiato la storia la so. Nelle poesie metto i sentimenti. La tua è fredda come una bella relazione espositiva. Non mi muove un capello. Amorina te lo ha detto col sorriso. Il mio sorriso me l 'hai portato via con il commentaccio che hai fatto su una mia poesia che ho scritto col cuore in mano. Quì , sentimento non ce n'è.
Anonimo il 30/01/2010 18:36
il triste percorso alla vita cambia i colori ma non la mente, hai ragione Fabio. la tua poesia rievoca forse più il presente. buona domenica Salva.
- sei appassionato di storia, perchè non ne fai un volumetto epico?
Anonimo il 30/01/2010 13:07
la terza strofa mi piace: un'estate lontana, dipinta con tratti indiretti
- Dove c'e' lo stivale... prima del tacco, li' ci abito io fabio... fai attenzione per il calcio in cu...
- fabiuccio mio... questo si ch'ellè l'inno d'italia.. e costì m'è parsa tutta la tù nobilitate... a me mi vieni a scrive stè 'ose che mi fan piangè... bravissimo... grande poesia denuncia... ma 'un è poesia... l'è 'n poema... bacino doppio... uno del mi babbo
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