Tenevo un diario.
La sera con il silenzio e la fantasia scrivevo di
posti e luoghi dove popoli e idee si conoscevano e si
rispettavano pur nelle differenze.
Poi una mattina con passi veloci e mitra spianati
ci presero.
Non so dove mi trovo nè perché, so solo che si chiama
Auschwitz Birkenau.
Dietro al filo spinato con il freddo e la neve continuo
a pensare che la notte passerà.
A credere che l'uomo non è malvagio,
che l'uomo non è ferocia e brutalità.
La notte passerà.
Anche se ormai non ricordo da quanto tempo è
che non mangio più, io credo nell'uomo.
La notte passerà.
Sono come legno roso dal tempo, vecchio di secoli.
E ho solo 15 anni.
Poi una notte sono diventata silenzio.