Liquame modesto che strisci
sei torbida paura di vecchia
che luce rischiari di morte
la strada più lunga ancora,
la carne si fa cenere celeste.
(e mangi avido, a piccoli morsi)
Ora che riempito il cuore
non sai deridere illusorio
con canto di iena il martirio
di ossa e pensiero, non noti
la caduta, la fronda mesta giace.
Il parco del nostro domani
come notte di prime verzure
ora rischiara il percorso e la
testa del monte riflette un
pensiero diverso che io non dico.
(pensiero giovane, male di donna)
Ma il genio modesto che striscia
permea di candore le membra,
canicola di agosto ci unisce
quando l'occhio nero si volge
la veste cade mendace.