Restai impigliato in un spiacevole futuro,
retaggio di un passato
che doveva ancora palesarsi.
Inventai la macchina del tempo
per combattere ciò che mi si sarebbe presentato,
ma non potei che bloccarmi sul maledetto paradosso:
non puoi incontrar te stesso!
Partii, comunque,
senza paura e senza preconcetti.
Mille erano i pensieri:
saper per primo ciò che ha da venire,
indovinar biglietti e lotterie,
saper chi va per primo.
Non andavo per ritornar con anni di sapienza,
ma solo per far quadrare ciò
che del mio futuro avrei voluto diverso in quel passato.
Eccomi arrivato,
e la prima persona che ho incontrato fu me stesso,
o meglio è,
perché ora sono qui che negli occhi mi-ci guardiamo,
fermi immobili.
Io/lui cosciente che sono il suo futuro,
lui/io cosciente che è il mio passato.
Siamo in stallo e qui nessun si muove,
perché, mio malgrado, ho scoperto
che il passato non esiste,
tutto ciò ch'è avvenuto è già passato,
fermo, immobile.
Tutto ciò ch'è da venire non esiste. Non è arrivato.
L'unica realtà che puoi solo percepire è
l'adesso!