Assisto mio malgrado al volere degli dei che fiutano
e dirigono i tempi immortali
le ore scandiscono irrimediabilmente passioni mai celate condivise con altri miseri esseri
rinchiusi sulla torre dell'oblio si banchetta con fervore per il pranzo nuziale della sposa e dei suoi tanti amanti
il rimorso dalle labbra strappate e le carni lacerate adesso si allea con la vendetta dalle mani insaguinate con incessanti processi sommari
nessun essere riesce a fuggire dal suo subconscio che tormenta e torna a spezzare immagini appena comparse
rinunciare al mio volere è rinunciare a sognare, inizio a bere dall'urna dei santi
mi copro con le tuniche dei generali e i mantelli dei comandanti
mi nutro con il nettare divino e infinito della luce
assumo nuova prospettiva m'imprigiono sulla soglia della ragione con un'ancora gettata dentro di essa
niente vale se tutto cessa! muoversi per non rimanere, cambiare per non soffocare adesso è l'imperativo!
giaccio con le mie ossa luride di catrame e ascolto il latrato del mio cuore animale scandire ore fatali
bramo e veglio come non mai verso infiniti lidi e poso per sempre la mia bonaria carezza mai del tutto appagata.