l'arca del nostro passato muove passi inermi contro
gelide passioni il cielo è aperto a nuove trame
il mio scettro attira l'uomo ora malvagio e avvilito
da mille pugnalate che spezzano il suono e iniziano a danzare con le tribù dei popoli del passato
chi non muore si adagia sull'altare della memoria un inizio scaltro, indelebile, che tutto può e tutto deve,
animo i sensi dietro il suo profumo acuisco il mio corpo con scintillanti sussulti e adopero il cuore posandolo sul suo dorso rigido cerco di riprendere il senso dei nostri avi timoroso e proteso con i lacci che soffocano la gola
come potremo dividere il tempo in questa carestia di sogni? come saliremo le nuvole e scaleremo gli arcobaleni senza farci male e se non con pietose lamentele e inesperte voci che saziano il grembo della morte?
brucerò gli occhi per scaldarti manipolerò faccie per guardarti andare via e annuserò profumi mortali per non scolpirti nella mia memoria
mai come adesso s'inizia a percorrere la fine come se fosse un'unica e inconsolabile sorella che ti pugnala l'anima e i colori
si! i colori che aprono le porte del tutto e che riportano la ragione alla fonte e nutrono i germi della coscienza adagiata sul piatto cosparso di cenere
credente di blasfemie epocali adatto il canto degli angeli e traggo sostanza per nutrirmi e scaldare le mie paure ormai infallibili.