Non so quale maschera indossare per l'occasione,
strazio, compassione, orrore.
Devo mostrarmi indignato,
o vomitare fiele.
Per quanto tempo ancora?
Un'ora, un giorno, un mese,
il tempo che i quotidiani
servano solo a lavare i vetri.
Ho visto morti bruciare:
odore che dà nausea,
fiotti di liquidi neri,
arti che si contorcono, disarticolati
nel fuoco purificatore.
Tu
pazzo
eroe
o soltanto un disoccupato
rimosso dalla coscienza collettiva.
Non hai lasciato testamento
non hai pianto
non hai urlato
ti hanno privato
anche di quella elementare autodifesa
che è la manifestazione del dolore.
Forse non hai mai visto
i disegni di George Grosz
le deformi bestie dell'alta finanza.
Tu per loro un infinitesimo
un granello di sabbia
nell'ingranaggio del profitto
antropofago
una vittima predestinata
al moloch vorace e cieco.
Ci hai lasciato alla terza settimana
all'ultima bolletta della luce
alle prenotazioni per il prossimo ponte
al vivere stentato e irrisolto
dentro le nostre paure.
Sei diventato
fumo nel vento del Nordest che produce
mucchietto di brace
possa tu vegliare senza pace
nelle nostre cattive coscienze.