Parlavamo
del terrore sacro
di vecchi strumenti chirurgici
di rivelazioni ovvie
di spettri
così vivi nei nostri
petti
E sapevamo che il viaggio non poteva
che essere appena cominciato
e cercavamo gli occhi
dove sostare pensieri
inconfessabili
Nell'abbraccio non avvezzo
a contatti di pelle convenevoli
nel cibo condiviso
tra polveri d'inchiostro
ed alambicchi
rovesciamo le carte
senza girarle
e le lasciamo aspettare
invano
Cosa darei
per scalare quei solchi profondi
e riportare gioie
alla tua luce
ma ho profanato troppo
con le parole
ora il silenzio
voglio
ascoltare...