Una luce cadente
sconfisse la nebbia
la trapassò lieve
e si posò dietro a un tetto
Qualcuno aprì la finestra
e vide il giorno nella notte
mentre poco lontano intorno
l'oscurità e il gelo
tenevano le ore
in stallo
Una creatura
attraversò i passi
superò le mura
si sedette sfacciata alla tavola imbandita
e impollinò di sogni
i pensieri distratti
C'erano bambini eterni
recitanti attori
saltimbanchi
arditi forzuti
c'erano equilibristi sottili
donne cannone
nasi rossi e luccichii smaglianti
ci furono gli applausi
e i favori inebrianti
mentre qualcuno annusava
il vento
tra rami bagnati
da nuvole piangenti
La strada si riempì di fuochi
festanti
e la creatura chiese
comprensione
ma nessuno ascoltò nè vide
nessuno riconobbe
e così quella
s'allontanò da sola
col capo chino
sul petto ansimante
Qualcuno guardò
spegnersi quel lampo
richiuse i vetri
malinconico e colmo
e carezzando il capo
d'un fedele animale
tastò il suo giaciglio
e tornò
a sognare.