Oracolo di stelle,
dolcissime nel buio.
Con occhi d'indovino,
tra il disperdersi di luci,
mi chiedo da quale dove
giungono quelle impronte di fuoco.
In un tremito d'anima annichilisco,
per quelle fiamme,
da galassie lontane generato,
scrutate in un panico esplorativo.
Trovo risposte ai dubbi che pongo:
"Quell'ardere lontano
è la poesia d'amore d'uno sciocco,
che è ormai soltanto visibile,
nelle ore degli amori persi
e di quelli trovati?"
Se guardassi nel buio,
con l'occhio d'indovino,
mi chiedere da dove viene quel chiarore,
tra suoni incantevoli di galassie,
che agghiacciano la mia anima,
d'improvviso tremante.
Ma quel gelo,
l'iridescenti fiamme,
i timorosi presagi,
canterei piangendo
con le parole d'amore d'uno sciocco,
appena solo udibili
nell'ora degli amori persi
e di quelli ritrovati
Più intenso è il dolore
se le parole cingono la storia
d'un amore perso?
o più forte si lacera il cuore
su un amore ritrovato,
che il rammemorarsi
di un non condiviso tempo annuncia,
che già è fantasma spaventoso
per un non lontano futuro?