Protetto dalle intrepida coperte
urlo come un trepido boato
nella mia-non armoniosa-mente,
strillo più assillante del molesto
rumore, più eloquente dell'ingegno
maieutico che investiga per strada...
via sensata da inodorosi odori
di lercio e turpe letame,
viottoli sani salvano salutanti
i passanti, plagiati dall'inconsueto
pane dell'idiota capitale.
E io dispero la pressante coscienza!
Perchè urlo, io tonto?
Perchè strillo, io inconscio?
Regna il mesto rimorso
in questa voluttuosa sera
di candida primavera
che scompare nel suo improvviso
fiotto di gioco!