Pagliacci dai fegati inzuppati,
lumache che rivoltano la gola,
come se il vino fosse tre pagine di dottrine
o il corpo stretto fosse l'odio.
Ma oggi ha piovuto di mattina,
pioggia di rabbia.
Attento: tutte queste macchine avanzano nel buio con i loro pugnali neri e tragici.
I polsi mai più saranno candidi.
Mi ritornano i castelli coperti di muschio,
come uccelli vicino al palato.
Oh, musica non sparire tanto velocemente: stiamo aspettando pesci fluorescenti.
Chi detestava i pugnali sanguinanti sugli amanti?
Questa casa dove sono è di misteri.
Ho accettato i paesaggi,
i pezzi verdi,
le penne,
i buchi tinti di fucsia.
Le idee felici si perseguitano a vicenda.
Vivi, sereno e poco caustico,
il movimento del corpo fino all'addio.
Non fare caso a chi frigna con il ridicolo cubico nelle retine.
Che il sonno dell'ebano salga i nervi e trattenga la bocca casta di qualche ragazza.
Sia l'immagine della tua vita come un viaggio dentro.
Non ti eccitare o ti arrabbiare con la natura e
anche se le bestie cavalcheranno tempeste, benedici il verme.
Tu sei di pietra perpetua,
sei sano citrino,
sogni e puoi cantare.
Hai ancora la stessa buona rabbia di regalare alle donne sofferenza.