Era un Castello speciale, credo senz'altro il più bello,
ed in me ancor vivo è il ricordo.
Per arrivarci non c'erano strade,
né rampe scoscese, né oscuri sentieri.
Era un Castello sospeso nell'aria, tra due nuvole rosa.
Stava tra la notte e il mattino,
in quella zona del sonno, in cui può nascere un sogno.
Il suo Re, era un biondo bambino,
sul suo capo poggiata, una corona di latta,
indossava un mantello di panno sgualcito
e per scettro nel pugno ben stretto, un colorato legnetto.
L'alte mura eran di sabbia bagnata,
sulla torre una bandierina di carta stampata, al vento garriva.
Tutto intorno un profondo fossato,
ove nell'acqua sguazzavan l'ochette.
Qui il piccolo Re, riceveva i messi lontani,
e giocava con i suoi cortigiani a far nascondino.
Nel verde giardino correva tra i fiori,
cogliendo i più belli, che poi donava alla bimba Regina.
Il piccolo Re, sempre difendeva il castello...
dai bendati pirati, dai feroci corsari e dai mori golosi.
Lui era sempre il primo a respinger l'attacco,
roteando nell'aria una spada di gomma.
Un vecchio coperchio usava per scudo,
ed incitava alla carica i suoi prodi fedeli,
cavalcando veloce una scopa.
Or non c'è più il fatato Castello dai muri di sabbia,
con gli alti bastioni e le torri coi merli.
Quel Re più non regna tra la notte e il mattino,
ma racconta la favola al suo biondo bambino.
Il Castello... il possente maniero che vien dalla storia,
nelle menti resiste, tra il fantastico e il vero.