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Un giocatore
Giorno e notte
senza pietà
sfido la sorte
e sfoggio viltà.
Se ho quattr'assi
rigonfio il petto,
son quattro massi
ma resto reietto.
In una notte
senza sgarrà
sfondai la botte
col baccarà.
Il vino dolce
soave ed ambito
fu maga Circe
d'un uomo stordito.
Duca e conti
messi in crisi,
furono amanti
ampiamente derisi.
Il rosso ed il nero
punto ammiccante,
non sono un mistero
il contrario del niente.
La luna e le stelle
non vidi più,
i contatti di pelle,
son oggi un tabù.
La peste mi colga
a tutte le ore,
almeno mi tolga
le pene d'amore.
D'illusioni ambite
eterno creatore,
con carte sbiadite
resto un giocatore!
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