Mai i tuoi occhi stanchi vedranno,
la tua figlia adorata di bianco vestita.
Mai più le tue tremule mani sfioreranno
corpo di donna.
Lo sguardo rivolto al nulla,
come in cerca del senso del tuo dolore.
Il tuo viso,
orologio scarico,
legge il tempo dalle ombre che il meriggio
proietta attraverso le finestre serrate;
la sola carezza della tua opera più grande
accende sul tuo volto i colori
di un grande quadro stinto,
un fioco sorriso: d'ogni astro
nell'immensa notte invernale più luminoso.