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Tenero Abruzzo

Occhi di pianto, urla di coraggio, e poi silenzio, vuoto che rompe passi di anime perdute.

Cattedrali, campane di chiese suonano in lontananza
come a scrivere parole d'amore.

Impeto, destino che fa inorridire, Abruzzo che trema,
e tremano le mani lucide che scavano tra le ombre e fra la gente.

Terra, terra che trema e allo stesso modo cancella.

Terra di luce, luce profonda che squarcia il celo, celo d'Abruzzo.

Fuori la quiete dopo l'inferno, come perdono dell'universo.

Fuori la nebbia si veste di sera, prende e abbraccia la gente,
qualcuno tra le macerie trova il coraggio di perdonare.

Lo sguardo fiero, la fede a pezzi, la croce ai piedi,
un solo rumore, sapore di terra, ritratto d'onore.

 

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4 commenti:

  • Gaspare Serra il 06/04/2012 22:22
    Complimenti per la composizione...
  • Anonimo il 02/06/2011 11:33
    Prosastica
  • Anonimo il 03/03/2010 19:48
    Ciao Oreste. Non è facile commentare una simile poesia. Mancano le parole, che il poeta ha saputo usare nel migliore dei modi. Da brivido.
  • Anonimo il 03/03/2010 13:29
    Sospendo il mio pensiero, avrei tanti ma, tante domande, mille però! Ma si meglio stare in silenzio e non dir nulla.

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