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Apocalisse
La sora tera
se scote,
boni
et cattivi,
ricchi
et poveri
ne le viscere sue
trascina,
et lo Apocalisse
a le porte
est,
lassando
lo squallore
de lo appresso
di,
ne lo tacito
mortale
de tutto
quanno
vitale fia.
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0 recensioni:
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- I versi di Pompeo Mongiello, sono apprezzabili non solo per l'uso di un linguaggio difficilissimo e non comune, ma anche perché costituiscono sempre un serio insegnamento per tutti.
Anonimo il 02/03/2010 13:32
un dialetto pompeano che ricorda molto la lingua di iacopone. ''imitazione'' non voleva essere un'offesa, anzi: tutti noi, nel senso che intendevo io, ''imitiamo'' i grandi del passato, dante, petrarca, leopardi, montale, pavese. la lingua è quella, non esistono infinite possibilità, solo infinite possibilità di ricomposizione delle parole. mi spiace se ti sei offeso, ti chiedo scusa
- Qui devo intervenire per potermi difendere. Io non imito mai nessuno, anche il linguaggio è frutto della mia fantasia, infatti lo si potrebbe definire un dialetto pompeano.
- Intenso il messaggio di questa tua poesia che è ben scritta.
Ciao...
Anonimo il 01/03/2010 19:52
voleva essere un'imitazione di iacopone da todi?
- Forte e vivace questa attrae la mia attenzione. molto originale Don. bravo, ciao
Anonimo il 01/03/2010 09:39
opera molto molto intensa...
- Non c'è ricchezza che possa salvare alla morte, quando un disastro ti colpisce nulla ti salva solo un miracolo se si merita.
Belle parole bravo amico.
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0