Ti amavo,
amavo la fragile imperfezione
di una bambina diventata donna,
senza la forza di sentirsi se stessa;
amavo il segreto di un' anima triste
dietro la maschera di tutti i giorni,
i vestiti, il trucco, le forme, le tante bugie,
scritte per gli occhi degli altri,
l' immagine forte di chi teme di essere capita.
Ti ho amato follemente,
senza il compromesso di aspettare qualcosa,
con l' eterna ansia
di chi non vive più per se stesso;
il mio amore non è servito a nulla,
stupido cercavo le parole
per farti felice, annebiato
usavo me stesso per darti qualcosa;
le guance bagnate,
si bagnavano di lacrime fresche.
Amavo te,
amando me stesso,
come se la tua felicità fosse
soltanto un mio riflesso.
Sembra ieri quando hai spento la luce,
eri nel letto, il corpo era freddo,
gli occhi persi,
era stata una giornata intensa,
volevo raccontarti del lavoro.
Lo shock, un fiume bagnava il mio viso,
un dolore senza parole.
Tua madre, con il suo sguardo
accusatore ricambiava i miei occhi,
uniti nel pianto,
nemici nelle colpe morali.
E ora, ora che sei lontana,
voglio dirti che la ragione
non cambia la storia,
forse la colpa non è mia,
di certo ho amato di un amore egoista,
non ho voluto capirti,
ma solo riempire il tuo vuoto
con il calore dell' affetto;
in fondo ho solamente perso.
E ora che sono passati quattro anni,
mi accorgo che il mio cuore
può ancora amare, ma amare perchè?
Se sono incapace di comprendere
i suoi problemi, se amerò
guardando ancora il mondo
dal mio punto di vista.