Giorni indefinibili,
notti in agonia di ore,
dolore, confusione,
miscelati insieme,
creano un cocktail
esplosivo nella mente,
bevo dal calice,
l'amarezza fino
all'ultima goccia.
Con i denti del pettine
avvelenato,
districo i capelli della rabbia,
polvere di bicarbonato,
polvere dorata del perdono,
chiedo al cielo,
per digerire il rospo
ingoiato.
Avessi il dono delle lacrime,
troverei lo sfogo,
da tempo ho dimenticato
il pianto..
tiro con la fionda
le mie pene
ad una luna
dormiente, ignara.
Svegliati, mia pallida amica,
ho bisogno
di parlare
con qualcuno...