Bisbigliano le parole oltre le mura,
le mani tremano di un amore immolato
e dietro ad una porta, nascosta, nasce la pena.
La folla trascina sotto i riflettori,
i capelli sono sciolti sulle spalle
ed il viso perso, in balia di una ragione stolta.
Una bambola scagliata sul terreno,
il viso martoriato dalla rabbia
e nell'ombra una donna silenziosa... che osserva.
Sotto l'abito scuro il suo cuore perde la ragione
ed il tempo conduce lento verso lo stesso fato.
Il respiro faticoso, un corpo disteso,
il desiderio di rialzarsi, le voci, la rabbia
... un pugno in volto, l'agonia.
La bambola torna ancora a giacere.
C'è rabbia nel sangue che scorre lentamente,
l'obbedienza macchiata nell'amore corroso,
una giacca gettata sulla vergogna
per una fanciulla ribelle, da castigare.
Sulla pelle la polvere, i brandelli
ed il capo senza volto, senza ricordi.
Le urla nel respiro esile tuonano assordanti
e continuano a colpire tra le ciocche insanguinate.
Le dita si fermano, non difendono più,
si accasciano tra sguardi di sordi spettatori.
Resta leggera la vita sotto gli occhi invisibili
sulla strada macchiata di sangue a Bashika.
Qualcuno controlla ancora,
Duha giace calda,
il cuore ha già smesso di battere.