l'arroganza della conoscenza
veste di luce
la miseria delle giornate grige
passate ad imbellettare il vuoto del cuore
improvviso irrompe il tempo della cena
che mi distoglie dalle mie purghe
ma poi il dolore si fa rabbia
nello scoprire che perfino i miei sogni
sono dolce casa di miserie e turpitudini
e così costruisco una capanna fra le montagne
illudendomi che dentro
ci stia tutta la libertà del mondo,
fingendo di non vedere
che il mio cuore è franato a valle
incapace di assorbire altre piogge
e così spingo a forza sul pedale del gas
senza guardare la strada
dove pedoni terrorizzati si gettano indietro
nella testa rimbombano le canzoni di altri
che cantano d'amore e d'altro
per coprire le urla
delle stragi compiute nel nome della loro libertà
poi
mi accorgo che il mio orto marcio
alimenta gli ortaggi che mi nutrono
e la capanna evapora
nel fragore di una risata.