Da eterna notte secolare
vestito di tenebra,
allevato dal male,
avidi canini bucano il nero
della stanza.
Si mostra l'impura sagoma
intrisa di mortale incanto.
Ecco il fluido venir copioso
dalla vita recisa dell'ignara fanciulla,
temprare ora lo scudo dannato, che da troppo
ripara dall'incedere del tempo
l'immondo essere.
Una nube d'appagato abominio
priva il luogo dell'infausta presenza.
Pagato il debito con i demoni della notte,
sol il tetro giaciglio attende.