La luce filtra dalla mia finestra.
Apro gli occhi senza sapere dove mi trovo.
Un volto estraneo mi sorride.
Di nuovo quel vuoto, di nuovo quel senso di solitudine pesante.
Mi accendo una sigaretta.
Il fumo fluttua nella stanza leggero e spensierato.
L'estranea di fianco a me allunga una mano fra le mie gambe.
La lascio fare.
Non può rubarmi quello che non ho.
Non può cancellare quello che non ho scritto.
Non può lavare via lacrime che non ho pianto.
Mi piace quello che sta facendo, ma non è questo il punto.
Mi piace perché domani io mi sarò dimenticata di lei.
Dei suoi capelli neri.
La sua pelle chiara.
I suoi occhi azzurri.
Domani saranno solo un' altro ricordo sbiadito dal tempo e dalla droga.
Non può prendermi quello che non mi appartiene più.
Non può donarmi quello che non voglio.
Non può lasciarmi perché non è una cosa mia.
Per questo mi piace alzarmi la mattina con un'estranea nel letto.
Perché non può penetrare nel mio cuore riducendolo a brandelli.
Perché non può privarmi della libertà di piantarla in quella camera da sola.
Perché non pretenderà mai da me più di quello che le do.
Perché quando mi guarda mi vede per quello che sono.
Un guscio vuoto in cerca della sua anima.
Perduta.
Cercata.
Ma mai dimenticata.