Dove pretendi di portare il mio pensiero?
Vagheggi insensibili melodie di parole
gettando solo sconforto e noia
in questo monotono ascoltare.
Sì starò attento e non lascerò più spazio al sentimento,
non mi farò più cullare da sogni di saggezza
ed il mio cuore cucirò ad un palo con filo d'oro,
possa così imputridire la carne ma non lo spirito
che un giorno ne ebbe dimora.
Non temere, non getterò nel vicolo buio della mia coscienza
l'uomo che fui.
Resterò comunque un io cosciente e consenziente,
le mie azioni avranno un fine e responsabilità.
No, non partirò, non cambierò le due stanze con tinello
per un castello, ma strapperò questa carta da parati,
ormai obsoleta a tal punto che nemmeno l'aggettivo ne determina l'essenza.
Luce voglio, dentro e fuori!
Ora è tardi, il pensiero si fa umida nebbia
e mi confonde i sensi nascondendone i peccati,
esaltando al contempo le mie più recondite fobie.
Un sorriso amaro mi disegna le sottili labbra,
vedo sguardi incuriositi osservarmi quasi con terrore,
non temete sono solo un uomo,
in conflitto con la sua coscienza.