Le immagini scorrono in un disegno,
sono le felicità nascoste di una donna in gabbia,
i brandelli persi nel vento caldo
che sfiorano i resti di una gioia in polvere.
Si svuota la piazza di una donna assente
per la condanna, un castigo in corpo.
Delara, l'illusione svuotata dal tempo,
bruciata dalla follia... costante, pungente.
Il capo è chino su un foglio bianco
"Spero che i colori mi restituiscano alla vita".
Tutto tace all'alba, il telefono che squilla
"Stanno per impiccarmi adesso,
per favore aiutatemi, ditegli di non farlo!"
mentre il patibolo scalfisce il perdono
e il volto non accoglie più speranze.
Si perde l'ultimo respiro
... è il male che osserva tra le ombre.
Una mano accarezza la pelle ancora calda
... è la disperazione di una capinera.
I piedi si muovo nel vento, sospesi
... senza toccare più terra
... senza toccare più vita.