Cosa affolla la mia mente,
nell'aria greve, densa di fumo.
Nell'albagia delle spirali azzurrognole e
disarmoniche della sigaretta accesa?
Ti ammiro intensamente.
Sazia di sole, sorretta dalla balaustra,
tra i gerani e i gelsomini.
Corpo fragile e incantevole.
Abbandono il pretenzioso e il vacuo,
inclinazione patetica!
Mi avvicino.
Afferro il tuo braccio, nudo e candido.
In un'atmosfera sospesa e precaria,
espressione dell'incerto, dell'ambiguo.
Tergi gli occhi ambrati,
gemme in attesa di essere incastonate.
Struggente tenerezza!
E sfioro le tue labbra col dorso della mano.
Un bacio alla gota,
ritagliata nella madreperla.
Eccitante e discreta,
fiore selvaggio in un muto deserto di pietre.
Mi inviti a penetrare negli angoli segreti della tua coscienza,
del tuo corpo.
Irrompi nella mia testa col sapore delle tue pesche primaverili,
col profumo invitante del tuo garofano,
umido e screziato.
Ghirigoro senza contorni definiti.
Si apre un pendio dolce.
Oasi purissima!
Plachi la mia sete.
Con tacita allusione,
travolgo,
oh spietata lentezza!,
la tua fissità interiore, psicologica.
E tu la mia!
Intravedo la luce opalescente.
Il piacere avanza liquido,
con la torbida imperturbabilità
del magma incandescente.
Fitta pioggia sul fuoco
che smetti di bruciare.
Poesia.