Giornate dopo giornate,
tramonto dopo tramonto,
stagione dopo stagione,
anno dopo anno,
nel suo invisibile
svolgersi ci avvolge,
inclemente, il tempo.
Nel suo costante divenire
nemmeno avvertiamo
immoti d'essere,
convinti come siamo,
d'aver noi il comando
del nostro destino.
Senza darci respiro,
senza apparente interesse,
nel suo eterno, immobile,
movimento ci trascina
nel suo turbinio di ricordi,
nel suo flusso costante;
col suo incedere tranquillo,
perenne, senza sosta,
ponendoci un'unica domanda:
chi siete?
Dalle striature colorate
in estesi campi
dove l'alito grigio
dell'inverno ancora
resiste al soffio
rinnovato della vita
che forte s'impone
conosciamo il tempo.
A noi
che memori del buio
ci apprestiamo a correre
incontro felici al nuovo sole
chiede il tempo ragione del nostro esistere.
A noi
che appena svegliati dal grigio torpore
ancora assonnati ci chiediamo
da dove venga tanta armonia
il tempo risponde solerte
invitandoci a vivere
spensierati.
Come Dio al creato
come il monarca al popolo
come il padre al figlio
chiedono ragione
del loro operato
il tempo
solo a se stesso
chiede ragione
del suo perenne divenire.