Son pesce
e urlo, nuotando,
tra le pieghe d'un cuscino
d'acqua assorbente.
Afono viaggio
cercando rimedio
allo spreco di parole che,
ignare dei comandi,
sfuggono all'amo,
inutilmente ingoiato
e all'esca agganciata.
Sillabo invano,
diligente scolaro,
l'alfabeto anche straniero,
a.. a.. a..
e non oltre che "a",
con questa bocca aperta
tra la voce e il respiro.
"A" e nulla più.
Asfittico pensiero
d'un afono pesce
fa tana a me.