Ammiro l'eclisse
che mi hai regalato,
ma non ho bisogno della Luna,
attorniata dalle note arrugginite
di motivi che non voglio imparare.
Amo farmi trafiggere dai ricordi
che hanno tessuto il nostro noi
mentre sgorgano via rivoli velenosi,
trascinando foto opache
che svaniscono nel domani.
Godo di una pace vuota,
figlia di un male abortito.
Dal terrazzo nero
della desolazione
assaporo le mie rovine,
ammiccando all'abbandono,
ghigno al cielo grigio
di questa stupenda
giornata di sole.