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I cuccioli rinchiusi di Al-Hanan

Il pavimento accoglie il tormento
e assapora la leggerezza di tante giovani esistenze.
Il calore di un corpo tiepido mi giace accanto,
l'aria pungente, i respiri sottili, i lividi in corpo,
gli insetti che volano su grovigli di vite sovrapposte
e rinchiuse tra le mura di un'ultima prigione.
Le forchette si muovono in lontananza tra le risate di un uomo.
Perché non si cura del mio lamento?
Sto impazzendo, mi sto spegnendo,
sta svanendo anche l'ultimo spiraglio
e resto, ancora per un po, in bilico tra il calore della vita e il nulla,
come un frutto marcio da allontanare... da gettare via.
Ho smesso di giocare, di ridere, d'aspettare.
Il cuore si è prosciugato, le ferite non spaventano più
e gli occhi del mio aguzzino si disperdono assorbiti dalla calma.
Le ginocchia toccano il mento,
i polsi legati, gli occhi deboli
... non sento più il palmo della mano.
La porta si schiude, le parole restano incomprensibili,
un cuore batte attraverso una divisa
e il gelido agonizzante non incatena più.
Una mano calda mi sfiora,
mi solleva dalla culla della morte...
... sono arrivate, sono le persone buone.

 

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1 commenti:

  • Anonimo il 10/04/2010 19:28
    Poesia della speranza. Bella. Complimenti!

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