E la ragazza strana correva
-a piedi nudi-
Su fili d’erba scivolava
Ricamando in aria spirali
Come con abile destrezza
Una giovane poetessa
Fa sua ancella
D’inchiostro la carta.
E la ragazza strana
Il mare di sé fece innamorare;
Mentre la luna le proteggeva il volto
Il suo candido invidioso
-di pelle-
Giocava con i suoi baci
desiderando il rossore
-di quelli-
Si strappava di ingenue ridicole sensazioni
E prestava attenzione al colore del cielo
Come fosse per la prima volta
Come fosse una bambina
Saltellava sulle parole di una canzone
Mangiava zucchero in continuazione
Ed a quel punto in cui tutto sembra un sogno
Apre gli occhi quella donna
Abbandonando il giovane fervore
Cresce velocemente
E prende a calci le illusioni
Che tanto le avevan lietato la bella giovinezza.