Attorcigliato in uno di quelle losche,
grandi voragini,
che si schiudono al mattino e si richiudono la sera,
si trova quel piccolo,
luccicante bisbiglio,
che irrompe nel mio orecchio
con parole e gesti acrobatici.
E mi rizzo,
lo fisso e poi lo acciuffo;
superbo com'è,
non si accorge neppure che lo sto ipnotizzando.
-"E tutto il resto sembra vivere d'aria.
E tutto intorno ha il sapore di pulito,
fervido,
inquietante candore.
E tutto il resto non mi degna d'uno sguardo.
E sono qui,
a far canestro nei miei crucci."-
Proseguo,
nell'incanto impetuoso.
Comincia a raccontare.
Lo annodo e lo rimescolo,
mi fa sentir bene
con le sue storie
su di me, su di tutti.
E decido di sfuggirgli per un attimo,
ma gli ricasco dentro.
E lui impacciato si riassesta,
sogno d'altri tempi, sogno d'altro mare.
-"E tutto il resto sembra vivere d'aria.
E tutto intorno ha il sapore di pulito,
fervido,
inquietante candore.
E tutto il resto non mi degna d'uno sguardo.
E sono qui,
a far canestro nei miei crucci."-