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Spiaggia
Placidamente si adagia, abbracciando
la sabbia arsa dal sole cocente,
il mare tranquillo. Poca la gente
che, mentre un gabbiano di quando in quando
s'abbassa lesto a lambire la rena,
volge lo sguardo a fissare l'azzurro
del cielo e del mare. Nubi di burro,
panna montata dall'aria serena,
scuotono il cuore dei rari passanti.
Padroni il Vento e Luce sua moglie,
sincera e materna. Placan le voglie
l'uno dell'altra due giovani amanti
sul fondo liso d'un vecchio barcone
di legno, lungi dagli occhi indiscreti
dei bimbi curiosi. Sui minareti
di sabbia bagnata un solo aquilone
teso nel volo, che rosso volteggia
sui pochi ombrelloni mossi dal Vento,
sfida il maestrale. Solenne momento
per un ragazzino: dalla sua reggia
caduca di sabbia mira le forme,
rotonde, procaci, d'una signora
matura ma bella; lei, che ristora
la figlia quattrenne, sorride. Dorme
un vecchio abitante della riviera
sotto un tettuccio di libri e giornali.
Si sveglia ansimando e getta i suoi strali
- sporche bestemmie all'ardente atmosfera
d'un pomeriggio d'un giorno di Giugno -
Ma la stessa sera l'aria rinfresca
la pelle stanca e le anime adesca
del Sole il tramonto: mentre in un pugno
di magici atti il Mare s'accende,
s'infiamma di rosso, brucia di giallo,
si scioglie in un fuoco andando a cavallo
dell'orizzonte la sfera che splende,
le ore trascorrono
e cambia il paesaggio.
È notte: la Luce e' andata a dormire,
intanto il cielo stellato e la luna
rischiarano l'aria. Sopra una duna
una lanterna accompagna le ire
di un pescatore che non ha pescato,
e si allontana ramingo, stizzito
con il Grande Mare: non e' riuscito,
purtroppo, oggi, a battere il Fato.
Sommesso e languido carezza e sfiora
sotto la luna la sabbia d'argento
il mare che dorme. Giunge il momento
- quieta la spiaggia, tardissima l'ora -
per madre Natura di riposarsi.
La costa e' deserta, ma non per molto:
tornerà viva, mutando il suo volto,
tra poco tempo. La pura catarsi
di questa fresca notte d'estate
richiude il cerchio del ciclo vitale.
Addio litorale, notte, maestrale;
arrivederci, mie dune incantate.
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0 recensioni:
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- Sembra che non piaccia tanto...
- In rete c'è un bel po' di roba interessante. Gratis
Anonimo il 15/04/2010 17:19
Certo ti invierò in privato alcuni testi di base!
- @Andrea: ottimo tip Hai dei buoni testi/guide da suggerirmi?
Anonimo il 15/04/2010 14:16
Si Nico per la metrica attento agli accenti gravi e tonici, sarebbero talvolta migliori la scelta di sdrucciole. Comunque è buona!
- giambi -> enjambment
- Grazie per i commenti
Questa è la poesia più antica che ho pubblicato . La scrissi nel 1994 o giù di lì. Più che altro un esperimento di metrica (per la gioia di Andrea, quartine di endecasillabi in rima incrociata, con una strofa irregolare e giambi a manetta Molta meno ricerca interiore rispetto alle mie ultime. Come Tipa ben fa notare, un quadro in suoni
Comunque è roba vecchia, e si sente (infatti il rating è basso!)
Anonimo il 15/04/2010 14:00
Poesia degna di amambile ricerca interiore. Personalissima verso chiave «... le ore trascorrono e cambia il paesaggio...». Poesia degna di nota. Mi piace.
- Divina, Nico! Divina!!! una quadro meraviglioso!
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