Passare sotto casa vostra
e trovarvi seduti là davanti,
era già una certezza.
Tua moglie con il suo ordine,
la sua precisione,
l'abilità a fare tutto in casa
figli, vestiti, pane.
Nascondeva dietro gli occhiali
un sorriso dolce,
segnato da una ruga,
di fatica, di dolore.
Tu uomo forte, tutto d'un pezzo,
ma dolce,
come una caramella alla panna,
che premuroso riportavi
ai nipotini, tornando dal
dopolavoro.
Le mani forti e callose, il viso
bruciato dal sole del campo,
che con il rastrello accarezzavi
come un figlio.
Il tempo che passa, non guarda
in faccia a nessuno,
neanche alle persone oneste.
Tu su una sedia a rotelle,
piegato dagli anni,
dal tempo, che quando non si accontenta
di prendere il corpo,
si prende anche il cervello.
Vi siete allontanati, come in un gioco
dalla vita, nel vostro girotondo,
per arrivare alla morte per mano, bambini.
La vostra casa, chiusa,
il muro bianco annerito dalla muffa.
Guardo dietro le imposte serrate
e mi sembra di percepire
dei movimenti, delle
ombre ed il profumo caldo del pane.