username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Solitude (chiesa incustodita)

Abbiamo tanto in comune,
e tu, Solitude, sei con me
innanzi a questa chiesa

incustodita.

Apro il portone consumato dal tempo
immondo ciò che si vede oltre il primo sguardo
polvere di sedie ammucchiate e resti di un Cristo
morto da tempo.
Oh quanto vorrei sentire delle campane il rintocco!

 

0
4 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

4 commenti:

  • loretta margherita citarei il 27/04/2010 20:46
    bellissima similitudine
  • Anonimo il 27/04/2010 20:19
    ... e resti di un Cristo... morto da tempo...
    Solo per questo ti darei il nobel 5 stelle
  • laura marchetti il 27/04/2010 18:39
    è la stessa sensazione che provo io... molto bravo
  • gian paolo toschi il 27/04/2010 17:53
    Non sono d'accordo con l'aggettivo "immondo", non mi sembra adeguato a questa breve ma significativa rappresentazione di una abbandonata solitudine, che prende vigore proprio dalla sacralità degli oggetti "morti". Molto bella l'invocazione del suono delle campane.