Paesaggi veloci scorrono
dietro i finestrini dell'auto,
Gli stessi che da bambina
avrei voluto ritrarre
con un pennello magico.
Filari composti di viti,
sulle colline e, scomposte,
quà e là, casupole sparse.
Il verde del grano tenero
si alterna a sfumature diverse,
degli alberi, dei cespugli
che cambiano colore.
Vicino chiari, sfumano scuri
lontano,
rincorrendosi in vallate e pianure.
Sembrano bambini che giocano
e ridono dandosi la mano,
poi litigano,
scavalcano i fossi e si separano
e creano distanze, spazi
destinati a non raggiungersi mai.
Scorre un torrente verso valle
e quelle due sponde, come mani
lo contengono, accarezzandolo...
mani uguali, ma destinate a non toccarsi.
Le stagioni mutano d'abito al paesaggio,
alla vita, che si adatta per non morire,
gli sfondi cambiano, come cambiano i quadri,
ma ci sono disegni, che nessuno può modificare.
Guizzano veloci i paesaggi dell'anima,
che vorrei come ieri dipingere e appendere
alle pareti della mia fantasia.
La ragione prende sempre il sopravvento,
buca le immagini, spegnendole e sfuocandole
e ciò che noto oggi, ieri era solo colore.
Li catturo con un flash,
per conservarne solo il colore
di una fantasia,
che firma solo quadri d'autore.