Tu, che cammini su chiodi
e su ceneri ardenti,
per quanto i tuoi affanni sembrino prodi
a Lor non basteranno i tuoi lamenti.
Inchinati e sanguina da mani e da piedi
offri a Loro la tua sofferenza
piangi e grida finchè anima non cedi,
benchè vana resti la tua esistenza.
Strappati gli occhi, falli bruciare.
Mai più quelli ti serviranno:
mai e mai si deve guardare
in modo diverso da come Lor fanno.
Saranno Loro a tagliarti la lingua:
per gridare non serve comporre parole.
Son fastidiose, inutili, vane
meglio quel suono ch'esprime il dolore.
Ora di te non rimane che il cuore.
In un lago di lacrime, tiepido resta
aspettando la fine delle sue ore
in quell'atmosfera di solitudine mesta.
Loro lo osservano, immobili ridono
guardano scorrere tutto il rancore.
Sadici e vili Loro attendono
l'ultimo sorso, dal sapore migliore.