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Cuore di mamma
Non mi guardi negli occhi,
abbassi lo sguardo, non mi mentire,
tu mi hai tradita,
ti ho detto di non farlo,
non sprecare il fiore
più delicato del tuo giardino,
non gettare alle ortiche
la giovane carezza del mattino
quando il sole fa capolino
al limitare del cielo e del mare
anche tu eri al limitare
tra giovane e donna,
anche tu aspettavi il sorgere del sole
mentre la luna spegneva
la sua luce fioca.
La luna ti era stata amica,
aveva ascoltato le tue pene
d'amore, aveva nascosto
nella penombra i tuoi turbamenti,
il tuo ingenuo candore,
il tuo volere e non volere
le carezze altrui,
le tue incertezze e le tue debolezze
inconfessate a quei compagni
che non stimavi e non volevi,
che erano niente per te,
tu che cercavi qualcosa di speciale,
tu che cavalcavi un sogno,
un'emozione così intensa
che ti toglieva il fiato,
che ti faceva battere il cuore,
che ti faceva fremere di desiderio,
che non capivi perché
provavi tutto questo
che non potevi confessare
di provare tutto questo.
Io, tua madre, ti guardavo
soffrire le pene d'amore,
ma eri giovane e bella,
eri una stella nuova del firmamento
e il tuo pulsare era la vita
che si rinnovava, era la gioia
della natura che si risvegliava
a primavera in mille
petali di fiore:bianchi, gialli, rossi e rosa.
Multicolori che riempiono
i prati, i monti, le valli,
a volte macchie infinite di colore
che inondano la pianura come il mare,
a volte ciuffi tra aride rocce,
a volte cespugli e siepi in fiore,
a volte paesaggi da fiaba,
a volte solo un bocciolo
sul davanzale di una casa di città
affumicata dal traffico veloce
che non si ferma mai.
Eri tutto questo
e non hai voluto
cogliere la dolcezza
di un momento che
ti avrebbe addolcito
tutta la vita
soprattutto quando
hai bisogno di attaccarti
al ricordo per rendere
accettabili la delusione
e l'inganno.
Hai calpestato il fiorire della vita,
un vecchio satrapo
ti ha lusingata, ha acceso la tua curiosità,
la tua fantasia, ti ha fatto intravedere
un mondo di balocchi e di piaceri,
di sensazioni mai provate
da poter soddisfare;
ti ha fatto bere del buon vino inebriante,
ti ha fatto gustare cibi deliziosi,
ti ha portato in locali lussuosi,
ti ha fatto regali costosi,
ti ha fatto sentire una gran dama,
quando eri soltanto una fanciulla
inesperta e curiosa,
si vedeva dai tuoi occhi
increduli e sorpresi,
si vedeva dal tuo incedere
infantile ed impacciato
e lui si prendeva gioco di te
fingendo d'amarti sino alla follia,
ti giurava eterno amore,
ti prometteva esperienze favolose,
piaceri inaspettati e vedevi in lui:
la magnificenza e l'abbondanza
di chi ti venera e ti considera
superiore ad ogni altra cosa.
Ed una cosa eri, una cosa da cogliere
e da mettere fra le tante del suo passato,
un trofeo da esibire fra le mille
concupite e poi lasciate per seguire
un'altra più giovane e bella
e forse più furba di te.
Figliola, raccogli i cocci del tuo orgoglio
e del tuo presunto amore; la vita continua
e tante saranno le illusioni e delusioni
che dovrai affrontare.
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0 recensioni:
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- scusami ho sbagliato a votare non sapevo il meccanismo del voto: ho capito ma non si può correggere.
ciao carmela
- e' triste non potere evitare ai propri figli di soffrire. Purtroppo certe esperienze sono inevitabili e possiamo solo aiutarli a rialzarsi dopo la caduta e sperare che non si siano fatti troppo male. Di caduta in caduta... impareranno a camminare!
Bella la tua poesia e coinvolgente soprattutto per chi ha figlie adolescenti e sa che alla palestra dell'amore inevitabilmente certe medicine amare dovranno berle!
