Lo chiaman come un segno dello zodiaco,
ma non è gentile.
Parlar di lui, nessuno vuole farlo,
magari serve per esorcizzarlo.
Evoca spettri, fantasmi di paure, di dolore
di passione,
ma forse è lui che ha paura della prevenzione.
Salta addosso e si impossessa del corpo
e della dignità.
Non ha pietà, di nessuno neanche della tua disperazione
che si trasforma sempre in muta rassegnazione.
La chiaman terapia del dolore,
per alleviare le sofferenze di chi non ha speranza,
ma non quelle di chi resta accanto,
fingendo normalità dietro ad una spenta, disperata,
inutile ribellione.
Speranza, flebile resta, candela accesa,
ad un vento che impietoso soffia
Fiore reciso,
appassito, consumato, logorato in attesa di un niente,
nel ricordo di un vigore,
mio padre, mia madre, quando nel loro splendore,
mi donarono la vita.
Resta il vuoto del silenzio
e di una sconfitta,
sorretta solo da una pallida attesa,
che un domani possa diventar vittoria,
per chi ci sarà, sotto la croce di quel calvario
Lo chiaman come un segno dello zodiaco,
ma non è gentile...