Acquietati,
lucente luna!
Pur se furtivo guatar mi vedi
il suo sguardo,
sappi che non è malevolo
il mio agire.
Cerco nell'algide pupille
il segno d'un palpito segreto,
il bagliore d'una celata cura
che riaccenda la speranza
che sopita abita l'antro
più nascosto del mio essere.
Un'urgente preghiera
mi sale dalle viscere:
che si muova, alfine,
nell'accenno d'un sorriso
l'angolo remoto delle sue labbra
e sciolga in lacrime dolci
la banchisa
ch'or fredda il mio cuore.