Adagiata
sotto l'albero delle falene
ridestata dal grillo
prima che le guardie mi decollassero
prima che la regina crescesse
più di me
Penso silenziosa
alle proporzioni
come misurazioni etiche
doverose
nel soccorrermi
in questo viaggio a ritroso
nel rigirare il filo
sulla matassa
Quel tavolo imbandito
non rivela la dolcissima follia
di bambini eternamente perduti
ma
inversamente
riflette l'uomo dal cappello
clinico riversamento di thè
contraria
realtà
come fisarmonica aperta
nella profondità
dell' abisso
in una lastra sottile
Festeggiare
il non compleanno
il non giorno
la non ora
eppure
dopo mesi di sopravvivenza
e limbica apparenza
mi do alla volontaria
spettacolare violenza
terminando
punti luminosi
sospesi al centro di un cerchio
come candele
da spegnere
al non risveglio.
Sono viva
e mia madre mi chiama
respiro il pomeriggio
e il mio gatto mi guarda
sono Alice
e ancora
mi meraviglio...