In questi smorzati paesaggi da
notti di maggio, le pupille delle
antropiche gemme non si ostinano
a morire nelle sette ore di riecheggiare
buio, non vogliono fingere di perire
perché ad alimentarli è la tua bellezza,
mia immortale amata. Non agiranno
le metafore come la tradizione vorrebbe,
non ci sarà spazio per il metaforico rimatore.
Hai trafitto di dardi il mio cuore,
sanguino ancora, sanguino ridendo.