Accadde
mentre sui tetti
tubavano colombi silenziosi
-nella città eterna-
dai vicoli imbevuti di passato.
Unimmo due destini
coi fili che la luna
-ci tesseva-
la stessa Musa
che stringe adesso, le tue rime
-tra le dita-
Chiudemmo a chiave
i silenziosi echi
-della nostra vita-
come vestiti vecchi
in un armadio scricchiolante
-giù in cantina-
Ti tenni stretto
abbeverandomi col tuo calore
-sulle labbra-
mentre la pelle
sfiorava la mia anima in grisaglia.
Accadde
e fu il paradiso
-per noi due-
malinconie gemelle
distese sulla coltre dell'amore.