Oggi che rammento il cuore duole
che un piccolo lasciato sulla via
giaceva e a cullarlo solo un velo
Aveva occhi chiari come il cielo
sereno senza nubi né foschia
e il viso luminoso più del sole
Triste io ricordo le parole
versate contro quella sorte ria
nel foglio reso umido dal gelo
L'inchiostro consumato dal dolore
di chi per preservare la sua vita
la liberò dal proprio maleficio
E madre non può aver più grave auspicio
per scelta innaturale e non patita
d'abbandonare il frutto del suo amore
E mi trafisse fatalmente il cuore
l'anima ne fu così ferita
che piansi comprendendo il sacrificio
Ricordo come forte fosse il grido
un gemito che mai ha avuto eguali
e che bloccò fulmineo il mio cammino
E fu così che scorsi quel piccino
un angelo spaurito privo d'ali
un passero caduto giù dal nido
Adesso invece lieto io sorrido
viviamo padre e figlio naturali
e il bimbo è divenuto il mio destino
O madre che ne supplicasti cura
sappi che ora corre qua in giardino
e salta spensierato tra le viole
Rammento ogni dì le tue parole
con cui benedicesti il tuo bambino
colpito da una simile sventura
E tuo figlio custodisco con premura
gli occhi del color del ciel turchino
rischiara la mia vita più del sole