alita l'ardua collina,
osservo con rilevante ribrezzo
il paese mutata città
di cemento - gabbia che
intrappola cultura e parola,
esiste solo sozzura.
Il vento che non so quale sia
accarezza le ciocche dei capelli
che cadono sull'esule fronte
come una donna che soffia i
fili della chioma, non come un
fono che asciuga la zazzera bagnata.
Mentre i miei castani occhi
fissano in disorientato modo
la città moderna, l'attenzione
non sa che mio fratello ha
arrampicato un muro di roccia
ammirando il viso del figlio
di mia madre che scruta il
devastante panorama, noi siamo
fratelli in comune un sangue
partigiano.
Non siamo partigiani
abbiamo sangue partigiano.
Redigendo melanconici versi,
sono uno scrittore partigiano
posto su questa pietra
dell'abbagliante collina.
Si fa mezzogiorno
è l'ora di non essere
partigiani, è l'ora
di ritornare in città
- ah che dolore,
muoio pian piano!