Per troppo amore, forse, non so più amarti,
non trovo più le parole giuste,
i gesti adeguati.
Impotente vedo consumarsi
il grande fuoco che accendemmo
col primo bacio, la prima carezza audace.
L'ardore inespresso evapora dal mio essere
in un velo di tristezza, dietro cui celo
mute domande esistenziali.
Ancora non m'arrendo,
ancora m'immergo nella profonda laguna
del tuo sguardo,
alla ricerca del tuo cuore pulsante
schiumoso di linfa vitale,
Graal di salvezza
a cui abbeverare la mia anima assetata.
Ma è un boccale di fresca acqua trasparente
che mi ritrovo tra le mani,
con cui brindare,
rassegnato,
alla nostra nuova, casta amicizia.